Nuovi incentivi auto in Italia
Addio Colonnine, Benvenute Auto Zero Emissioni
Arrivano i nuovi incentivi auto per rottamare le vetture inquinanti. I finanziamenti ammontano a 597 milioni di euro, e arrivano dal fondo che doveva inizialmente essere usato per costruire più colonnine di ricarica sul territorio italiano, e che invece è rimasto fermo al punto di partenza. I bandi per costruirle, infatti, sono andati praticamente tutti deserti. Le colonnine continuano dunque a mancare, ma i soldi che dovevano servire a finanziarle verranno usati per sostituire le auto con motore termico con quelle a zero emissioni. Ecco i dettagli.
Questione di Isee
I quasi 600 milioni sono spuntati dalle pieghe della revisione del Pnrr che il governo ha stilato per rendere conto alla Commissione Europea sull’utilizzo dei fondi. I bonus per sostituire le auto ad alto impatto ambientale si concentreranno nelle aree urbane (più trafficate e inquinate) e saranno destinati alle famiglie a basso Isee. Le soglie specifiche sono ancora da definire ma secondo il quotidiano La Repubblica il contributo potrebbe arrivare a 11mila euro per chi ha un Isee fino a 30mila euro, e a 9mila euro per chi arriva a 40mila.
Spazio anche alle imprese
Non verranno escluse neanche le microimprese, che potranno acquistare veicoli commerciali a emissioni zero. Il bonus arriverà al 30% del listino e fino a un massimo di 20 mila euro. Secondo le stime dell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, saranno 39mila le auto che verranno sostituite, contribuendo, si legge nel documento che Palazzo Chigi ha inviato a Bruxelles il 19 maggio scorso, a «un vero e proprio rafforzamento della strategia ecologica nazionale, investendo dove l’impatto positivo è garantito e rapido».
Focus sul biometano
Hanno un’ispirazione “ecologica” anche i 640 milioni di euro che dovevano essere investiti nell’uso dell’idrogeno nei settori industriali ad alte emissioni, e che invece verranno messi sullo sviluppo del biometano, un gas rinnovabile ottenuto da rifiuti e residui agricoli. A convincere il Ministero dell’opportunità del cambio rotta, scrive sempre Palazzo Chigi, «circostanze oggettive che richiedono un generale ripensamento della misura». In sostanza: il mercato delle industrie ad alta impronta carbonica non è ancora pronto per l’idrogeno, ma potrebbe esserlo per il biometano. Secondo Meloni si tratta di «una scelta pragmatica» che «permetterà all’Italia di raggiungere entro giugno 2026 una capacità produttiva di biometano di 2,3 miliardi di metri cubi all’anno».
Maggio 2025