Ibride e diesel: l’accoppiata vincente
Economia ed ecologia in perfetto equilibrio
Le auto ibride sono ormai diventate una presenza costante sulle nostre strade. Ne esistono un po’ di tutti i tipi, dalle mild-hybrid, alle plug-in, passando anche per le full-hybrid. Ciò che accomuna la quasi totalità di queste vetture, però, è il fatto che la loro parte elettrica è sempre abbinata ad un motore a benzina. O meglio, quasi sempre. Già, perché qualche costruttore ha ben pensato di abbinare i tradizionali moduli elettrici dei modelli ibridi, ad un motore diesel, anziché ad uno a benzina. Una scelta complessa dal punto di vista tecnico, ma che porta con sé grandi vantaggi dal punto di vista dell’efficienza.
Le difficoltà di un motore diesel ibrido
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire perché fino ad oggi la maggior parte delle auto ibride in commercio è spinta da motori a benzina invece che diesel. Il principale motivo per il quale ad oggi non sono in molti ad aver puntato sul diesel ibrido sono i costi. Un motore diesel è più complesso e costoso da realizzare rispetto ad uno a benzina. Quindi, se a questo si va ad aggiungere anche la parte elettrica, ecco che i costi (anche per il consumatore finale) si alzano notevolmente. Questa, infatti, è una delle motivazioni principali per le quali questi sistemi sono solitamente disponibili unicamente su vetture di fascia premium.

Ma non è tutto. Essendo già di per sé molto efficiente un motore diesel, il margine di miglioramento in termini di efficienza è molto risicato. Inoltre, il rendimento massimo dei motori diesel avviene in cicli di lavoro costanti, va da sé, quindi, che l’abbinamento con un sistema che all’opposto, ha un rendimento migliore proprio quando si accende e spegne continuamente, rischia di rendere l’operazione poco proficua.
Tre modi di essere ibride
Ma nonostante questo c’è chi ha scommesso comunque su questa soluzione. Tra chi ci ha creduto molto ed è riuscita a mettere a punto un sistema davvero efficiente c’è Mercedes, che con il suo sistema plug-in diesel, abbinato a modelli di fascia alta come Classe E e GLE, permette di muoversi sfruttando tutti i vantaggi della guida a zero emissioni grazie alla batteria di grandi dimensioni e, una volta che questa è scarica, sfruttare l’efficienza intrinseca nei motori diesel, con consumi che anche a batteria scarica superano senza problemi i 15 km/l.
In alternativa è possibile puntare su sistemi più semplici, come quello che Audi applica sulla nuova Audi A5. Si tratta di un mild-hybrid “evoluto” associato al ben noto 2.0 TDI nella variante da 204 CV, che grazie ad una batteria di 1,9 kWh e ad un motore elettrico a valle del cambio, è in grado di supportare il quattro cilindri diesel nel suo lavoro, ma anche di muovere la vettura in solo elettrico per brevissimi tratti. Come in manovra o nello spunto da fermo, contribuendo in maniera significativa sul contenimento dei consumi e delle emissioni.
La soluzione più semplice e pratica è quella del mild-hybrid tradizionale, che al motore diesel abbina una sistema a 48 Volt, che non è in grado di muovere la vettura in modalità completamente elettrica, ma permette comunque di migliorare i consumi di carburante.
Questo è un sistema ormai molto in voga non soltanto tra i brand premium, ma anche su alcuni generalisti, come Kia, che lo propone anche sull’ultima generazione della Sportage.
Tutte le auto ibride diesel disponibili sul mercato
AUDI A4 – A5 – A6 – A7 –A8 – Q5 –Q7 –Q8
BMW Serie 1 – Serie 2 Coupé/Active Tourer – Serie 3 – Serie 4 – Serie 5 – Serie 7 – Serie 8 – X1 – X2 – X3 – X4 – X5 –X7
HYUNDAI Tucson
JAGUAR XE – XF – E-Pace – F-Pace
KIA Sportage
LAND ROVER Defender –Discovery Sport –Discovery –Evoque –Velar –Range Rover Sport –Range Rover
MAZDA CX-60
MERCEDES Classe C – Classe E – CLE – Classe S – GLC – Classe G – GLE – GLS
MINI Countryman
VOLVO V60 Cross Country – V90 Cross Country