Liquido refrigerante, guida per un motore in salute
Cosa sapere sulla scelta e il controllo del liquido radiatore
Nel complesso mondo della manutenzione di un’automobile, il liquido refrigerante rappresenta un elemento tanto essenziale quanto molto spesso trascurato. Conosciuto anche come liquido radiatore o liquido di raffreddamento motore, svolge un ruolo cruciale per la salute e la longevità del propulsore.
Senza di esso, infatti, il motore di un’automobile sarebbe esposto a temperature estreme, rischiando gravi danni meccanici. La sua presenza, la sua qualità e il corretto dosaggio sono quindi aspetti fondamentali da monitorare con regolarità. Ancora di più al giorno d’oggi, in un’era in cui il livello di tecnologia e complessità dei moderni propulsori porta con sé un conseguente aumento dell’attenzione a tutti quelli che sono gli aspetti legati alla manutenzione della vettura.

Cos’è e a cosa serve il liquido refrigerante
Il liquido refrigerante è una miscela tecnica, composta generalmente da acqua e glicole etilenico, talvolta anche da glicerina. A questa base si aggiungono specifici additivi chimici con funzioni protettive. Il suo obiettivo principale è mantenere la temperatura del motore entro un range ottimale di funzionamento, evitando sia il surriscaldamento che il congelamento. Quando la temperatura del motore raggiunge un determinato valore, la valvola termostatica apre il circuito di raffreddamento permettendo al liquido di circolare. La pompa dell’acqua spinge la miscela attraverso i condotti e le componenti del motore, assorbendo il calore generato durante la combustione. Questo calore viene poi dissipato attraverso il radiatore, raffreddato dall’aria proveniente dalla parte frontale del veicolo.
Oltre alla gestione termica, il liquido refrigerante svolge anche una funzione anticorrosiva, lubrifica le componenti in movimento e protegge gli elementi in gomma del circuito. Nei veicoli moderni, dotati di una sempre maggiore componente elettronica, il liquido può includere anche inibitori specifici contro la corrosione elettrostatica.
Liquido refrigerante: controllo e rabbocco
Una corretta manutenzione del liquido refrigerante implica due operazioni fondamentali: il controllo periodico e l’eventuale rabbocco. Il controllo può essere effettuato facilmente anche dall’automobilista, individuando la vaschetta di espansione nel vano motore. Tale contenitore trasparente riporta chiaramente i livelli minimo e massimo, fornendo un’indicazione immediata dello stato del liquido. Qualora il livello risultasse insufficiente, è possibile intervenire con un rabbocco.

È tuttavia indispensabile utilizzare la tipologia di liquido indicata nel libretto d’uso e manutenzione del veicolo, per garantire la compatibilità con il sistema e preservarne l’efficienza. Un errore nella scelta o nella miscelazione potrebbe compromettere le proprietà protettive della miscela. È altrettanto importante controllare il colore e la densità del liquido. Un colore alterato, scuro, o la presenza di tracce d’olio potrebbero segnalare un problema alla guarnizione di testa, che permette un anomalo contatto tra i circuiti di raffreddamento e lubrificazione. L’uso di un densimetro permette di valutare il punto di congelamento della miscela, indicando se è necessario procedere alla sostituzione completa.
I diversi tipi di liquido refrigerante e le loro caratteristiche
Non tutti i liquidi refrigeranti sono uguali. Le diverse tipologie si distinguono principalmente per la natura degli additivi utilizzati, che determinano le proprietà anticorrosione e la compatibilità con i materiali del motore. Attenzione però: nonostante il colore del liquido possa offrire un’indicazione visiva utile, non deve mai essere l’unico criterio per la scelta. La compatibilità tecnica è garantita solo facendo riferimento alle specifiche indicate dal costruttore della vettura.
- Liquido OAT (Organic Acid Technology): è di colore rosso o arancione, ed è composto esclusivamente da additivi organici. Viene utilizzato principalmente nei motori ad alte prestazioni, sia a benzina che diesel, grazie alla sua stabilità e durata nel tempo. È identificato dalle sigle G12, G12+ e G13.
- Liquido IAT (Inorganic Additive Technology): generalmente blu o verde, impiega additivi inorganici come fosfati, nitriti e borati. Questa tecnologia è considerata obsoleta per le vetture moderne, ma è ancora richiesta su alcuni veicoli d’epoca o di vecchia generazione. È associata alla sigla G11.
- Liquidi ibridi (HOAT): combinano additivi organici e inorganici, cercando di unire i vantaggi di entrambi. Anche questi prodotti sono presenti sul mercato e vengono talvolta impiegati nei motori con requisiti specifici.
È possibile miscelare liquidi refrigeranti diversi?
Uno degli errori più comuni durante il rabbocco è la miscelazione inconsapevole di liquidi incompatibili tra loro. In linea generale, è possibile mescolare liquidi refrigeranti solo se appartengono alla stessa tecnologia o sono espressamente dichiarati compatibili. Ad esempio, la miscelazione di un liquido OAT rosso con uno IAT blu o verde è fortemente sconsigliata: i diversi additivi potrebbero reagire tra loro generando un composto gelatinoso, capace di ostruire il circuito di raffreddamento.
Anche in caso di compatibilità dichiarata, l’introduzione di liquidi diversi non dovrebbe superare il 10% del volume totale, poiché può comunque ridurre l’efficacia della protezione anticorrosione e antigelo. In caso di dubbio, è preferibile procedere alla completa sostituzione del liquido refrigerante.
Diluizione con acqua: quando e come farla
Il liquido refrigerante viene generalmente venduto in forma concentrata e deve essere diluito prima dell’uso. La proporzione standard è 50% acqua e 50% antigelo, una miscela che garantisce protezione efficace contro il congelamento e l’ebollizione. È importante tuttavia prestare attenzione alla qualità dell’acqua utilizzata per la diluizione. L’acqua potabile, in particolare quella con elevata durezza (ricca di ioni come calcio, magnesio o ferro), può causare la formazione di depositi calcarei all’interno del sistema di raffreddamento. Questi sedimenti compromettono lo scambio termico, riducendo l’efficienza del circuito.
I liquidi di alta qualità contengono agenti che limitano la formazione di tali composti insolubili, ma è comunque consigliabile utilizzare acqua demineralizzata o distillata per la diluizione. Rabboccare il circuito solo con acqua è invece altamente sconsigliato. Una concentrazione eccessiva di acqua riduce la capacità anticongelante della miscela, aumentando il rischio di formazione di ghiaccio o bolle d’aria, che possono portare al surriscaldamento del motore.